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Psicologa Psicoterapeuta disegno infantile

DISEGNO INFANTILE: UNA FINESTRA APERTA SULLA MENTE

 

L’attività grafica infantile è un argomento ampiamente studiato dagli psicologi dell’età evolutiva. I ricercatori continuano a dedicarvisi con passione nel tentativo di comprendere, chiarire e spiegare cosa c’è “dentro” un segno tracciato da un bambino. Il disegno appare come una “finestra aperta sulla mente”, attraverso la quale lo sviluppo delle abilità e delle emozioni dei più piccoli può essere osservato e compreso.

 

DISEGNARE È UN’ATTIVITÀ COMPLESSA

 

Per disegnare ogni persona deve essere in grado di compiere e combinare tra loro molteplici attività, tra le quali:
– percepire l’oggetto
– possederne una conoscenza concettuale
– ascoltare e comprendere la consegna
– immagazzinare e reperire immagini e concetti dalla memoria a breve e/o a lungo termine
– saper usare adeguatamente gli strumenti (penne, matite) da disegno per tracciare le linee sul foglio
possedere un repertorio di convenzioni grafiche relative all’oggetto da disegnare
– e infine riuscire ad organizzare tali precondizioni in un adeguato piano rappresentativo.

Inolte chi disegna ha necessità non solo di eseguire la rappresentazione grafica, ma anche di:
– pensarla
– progettarla
– interpretarla
– eventualmente modificarne il programma di esecuzione.
Per questo motivo le variabili che concorrono alla realizzazione di un disegno sono molteplici: le abilità visuo-percettive, attentive, la conoscenza simbolica, le competenze linguistiche e mnemoniche, le capacità percettivo-motorie e visuo-spaziali, i fattori biomeccanici.

 

BREVE PANORAMICA DELLA RICERCA SUL DISEGNO INFANTILE

 

Negli ultimi decenni la ricerca sul disegno infantile è stata caratterizzata da profondi cambiamenti che ne hanno modificato la metodologia di analisi e l’impianto teorico di base.

Dal punto di vista concettuale si è sempre più inclini a considerare il disegno come un prodotto complesso ed integrato di molteplici fattori, quali, ad esempio, la richiesta, l’esecuzione, le intenzioni comunicative e le caratteristiche del compito, (Arnheim, 1974; Cox, 1981; Tallandini e Valentini, 1990; Light e Barnes, 1995) piuttosto che una semplice trasposizione di un modello mentale (Luquet, 1913, 1927; Piaget e Inhelder, 1948).

Dal punto di vista metodologico, agli studi a carattere descrittivo (Kellogg, 1970) si preferisce oggi ricorrere a procedure sperimentali sistematiche in cui sia possibile controllare e valutare il ruolo delle singole variabili (Freeman, 1972: Cox, 1981; Willats, 1977, 1981, Nicholls e Kennedy, 1992, Toomela 1999, 2002). Il disegno in tal modo entra a pieno titolo nella sfera di indagine della psicologia sperimentale.

I vari aspetti del disegno diventano così oggetto di studi sperimentali specifici, che indagano in modo analitico fenomeni particolari come la canonicità e l’occlusione parziale, nell’ambito delle relazioni spaziali tridimensionali (Freeman, Eiser e Sayers, 1977; Davis, 1983; Morra, Angi e Tomat, 1986; Morra, 2002), oppure la flessibilità rappresentativa e la sensibilità contestuale (Karmiloff-Smith, 1992; Picard e Vinter, 1999), o ancora il rapporto tra scopi comunicativi e mezzo pittorico (Freeman, 1995) e l’influenza del significato sulla rappresentazione grafica e la sua sintassi (Vinter, 1999, Tallandini e Morassi, 2008).

 

DISEGNO INFANTILE IN UN’OTTICA INTEGRATA DI SVILUPPO

 

Inoltre, in un’ottica integrata in cui oltre che della codifica di informazioni si tiene conto anche della comprensione, produzione e trasmissione di significati, il disegno viene sempre più spesso collegato ad altri sistemi di rappresentazione dell’informazione governati da regole, come il linguaggio (Van Sommers, 1984, Toomela 2002).
Ciò non viene spiegato solo in termini di analogia o di differenziazione, ma anche di effetti che lo sviluppo della capacità di rappresentazione grafica esercita sull’organizzazione delle informazioni, integrandosi con essa e modificandola.
In questo senso, il disegno infantile non viene visto solo come un rivelatore dello sviluppo cognitivo ed affettivo, ma anche come un’attività che ha un forte feed-back  (v. Fonzi, 1990) con alcune funzioni psichiche quali il controllo motorio, le capacità mnemoniche e l’attività percettiva (Karmiloff-Smith, 1990; Freeman, 1972, 1980, 1991, 1995). Freeman (1995), inoltre, situa la ricerca sul disegno infantile nell’ambito delle teorie della mente, soffermandosi sulla componente dello sviluppo dei sistemi di rappresentazione che gestisce la relazione tra rappresentazione e oggetti rappresentati.

Ci si interroga dunque sul rapporto che intercorre tra il disegno e la mente: disegno inteso come forma visibile di pensiero e come abilità cognitiva che farebbe parte di un sistema di simboli tendenti a una strutturazione sintattica sempre più integrata ed elaborata.

 

UTILITÀ PER GENITORI, PARENTI ED EDUCATORI

 

Credo che approfondire la conoscenza del disegno infantile sia utile per ogni genitore (e ogni persona adulta che si occupi di un bambino) , al fine di meglio comprendere e supportare le persone in età evolutiva.
Un album di disegni del bambino è interessante quanto un album di foto, lì si trovano senso e significato di molti comportamenti, atteggiamenti, emozioni e sensazioni che il bambino ha vissuto e che spesso non vengono espressi a parole e quindi difficilmente compresi perché non verbali.

L’appronfondimento delle tecniche di conoscenza del disegno infantile è indispensabile per gli operatori del settore, soprattutto per gli insegnanti delle scuole dell’infanzia, in quanto garantisce un feedback informativo complessivo più dettagliato sul reale livello mentale e affettivo del bimbo, consentendo inoltre di effettuare interventi educativi individualizzati e una programmazione nelle attività.

 

CORSI DI APPROFONDIMENTO, FORMAZIONE O AGGIORNAMENTO

 

In linea con tali tendenze, mi occupo da molti anni di disegno infantile: ho svolto attività di ricerca a livello universitario, ho partecipato come relatrice a numerosi Convegni italiani e i miei studi sono stati pubblicati su riviste scientifiche nazionali e internazionali (v. Pubblicazioni).

Conduco percorsi di approfondimento, aggiornamento e formazione per genitori, educatori, insegnanti degli Asili nido, delle Scuole dell’infanzia e Primarie nell’area dell’ambito grafico espressivo e dei relativi percorsi didattici.

Se desiderate saperne di più, chiedere il programma dei corsi, oppure avere informazioni più dettagliate su modalità e obiettivi degli interventi, potete contattarmi senza impegno.

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Dottoressa Luisa Morassi
Psicologa Psicoterapeuta PhD

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