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CONSULENZA GENITORIALE IN CASO DI SEPARAZIONE / DIVORZIO

 

Molte famiglie affrontano un evento difficile: i genitori che si separano o che divorziano.
Come parlare con i figli, bambini e adolescenti?
Quali reazioni ci attendono?
Come possiamo proteggerli?
Quali errori evitare?
Cosa è preferibile dire o non dire?

 

PREPARARSI INSIEME PER PARLARE AI FIGLI

 

Il momento di parlare ai figli di una separazione o di un divorzio è doloroso per molti genitori. Il timore è che in seguito alle proprie scelte o alle vicende genitoriali i figli possano soffrire.

Per rendere la conversazione un po’ più semplice, sarebbe importante prepararsi e vincere la propria paura di dire la verità.

Se possibile, sarebbe opportuno anticipare le domande più difficili, pianificando insieme cosa dire e come dirlo: in questo modo sarete più forti e più sicuri per aiutare al meglio i vostri figli a gestire la notizia.

 

COSA DIRE E COME DIRLO

 

Anche se è difficile, trovate un momento tranquillo in cui i vostri figli vi possano ascoltare. Cercate di utilizzare parole semplici che i bambini possano comprendere in base alla loro età, cercando di avere un tono affettuoso.

Affrontate prima le cose più importanti e fate del vostro meglio per dare loro una spiegazione onesta e sincera: dite la verità. Una frase come “Non andiamo più d’accordo” può ad esempio essere compresa ad ogni età.

Ricordate loro quanto gli volete bene: potrebbe sembrare semplice, ma è fondamentale che i figli sappiano che il vostro amore per loro non è cambiato, e queste sono parole potenti.

Rassicurateli ricordando che vi prenderete cura di loro come al solito: continuerete a preparargli la colazione e a verificare i compiti scolastici.

Segnalategli se ci saranno cambiamenti nella loro vita e riconoscete insieme che probabimente alcune cose saranno diverse mentre altre resteranno simili.

Fate loro capire che possono parlarvi e che voi potete parlare a loro di ogni cosa: i dubbi vanno espressi e solo così possono essere elaborati e risolti. Incoraggiateli ad esprimersi, ad esempio dicendo loro che vi possono chiedere tutto ciò che non gli è chiaro, e che risponderete sempre sinceramente.

Ditegli che quello che sta succedendo non è colpa loro: la responsabilità è sempre degli adulti. Si separano marito e moglie, mamma e papà resteranno sempre per loro. Sembrerà strano, ma esplicitare che la colpa non è loro libera i figli da un peso.

 

LE REAZIONI DEI BAMBINI

 

Nel momento concitato e doloroso di una separazione, può capitare che i genitori vivano un periodo difficile anche a livello organizzativo oltre che emotivo, per cui a volte non riescono a soffermarsi sulle reazioni dei piccoli oppure si spazientiscono e non riescono a dargli un significato.

Per un bambino, il cambiamento può innescare sentimenti di incertezza e di solitudine, timori e vulnerabilità. Potrebbero chiedersi “Come sarà la mia vita? Chi avrò veramente vicino?” Le emozioni in gioco possono essere molte e mescolate tra loro.

 

PAURA

 

Il bambino potrà provare paura per la separazione dalle figure di attaccamento, e questo lo può portare a richiedere un surplus di protezione e conforto proprio quando il genitore stesso è preso da altre faccende e non è emotivamente stabile.
I bambini fino ai 6 anni circa possono avere difficoltà a separarsi dai genitori per entrare a scuola o ad addormentarsi da soli, possono rirprendere a fare la pipì a letto, o a usare il ciuccio, oppure ancora possono apparire spaesati e richiestivi.
I bambini dai 6 anni in su possono presentare difficoltá di concentrazione a scuola e nelle attività sportive, difficoltà a dormire fuori casa.
Gli adolescenti possono smettere di uscire ad esplorare il mondo e tornare a rifugiarsi dentro casa, oppure all’opposto starsene fuori il più possibile anche trasgredendo alle regole.

 

RABBIA

 

Quando il bambino non riceve un conforto quasi immediato, potrebbe attirare l’attenzione dei genitori protestando di più: la rabbia si manifesta spesso in modi diversi.
I bambini sotto i 6 anni possono diventare estremamente “capricciosi” e avere crisi di ira  in cui lanciano oggetti o diventano aggressivi fisicamente.
I bambini sopra i 6 anni possono esprimere il loro disagio con aggressività fisica ma anche verbale, e oppositività e critica aperta verso i genitori.
Gli adolescenti possono diventare improvvisamente ribelli e cambiare le proprie routines, cercare situazioni rischiose, minacciando di scappare di casa o andando a dormire da amici o parenti, oppure all’opposto chiudersi relazionalmente al mondo.

 

TRISTEZZA

 

La tristezza da solitudine può attanagliare i figli se i genitori sono troppo presi dai loro problemi. I bambini piccoli possono mostrare perdita di interesse per i giochi e apparire poco vitali. I bambini più grandi possono modificare il proprio impegno nello studio o nello sport, rinunciare alle attività con i coetanei e rifugiarsi nel pianto in solitudine. Per gli adolescenti la separazione e i relativi cambiamenti può aggiungere tristezza alla tristezza della crisi adolescenziale: si possono verificare ritiri dalle relazioni sociali, mutismo, situazioni di dipendenza dalla tecnologia, abbandono scolastico, stimolo nelle situazioni rischiose.

 

PREOCCUPAZIONE E SENSO DI COLPA

 

Quando i figli notano i genitori in difficoltà, accantonano i propri bisogni e cercano di proteggere e tutelare il genitore, perdendo di vista se stessi, in un doloroso processo di sopravvivenza: “Se non mi prendo cura di mamma/papà starà male e crollerà, e allora io come farò?”. Soffrendo e prendendo le difese del genitore più bisognoso, ma anche dell’altro, si sentiranno presi tra due fuochi e si focalizzeranno su problematiche non attinenti al proprio ciclo di vita, spesso assumendosi la colpa di ciò che accade “litigavano sempre per colpa mia, quindi è colpa mia se si sono separati”.

 

VERGOGNA

 

Il sentimento di vergogna può far sentire il bambino sbagliato, diverso, inferiore. Avere i genitori separati può innescare questo tipo di sentimento, in particolare se esiste grande conflittualità genitoriale o se uno dei genitori è poco presente. Provare vergogna può portare all’isolamento, ma può anche favorire reazioni di sfida, di rabbia, di opposizione o comportamenti sprezzanti, al fine di non mostrarsi deboli e non sembrare inferiori o sbagliati.

 

COSA EVITARE

 

Cosa possono evitare i genitori per il benessere dei figli? La risposta a questa domanda non è semplice, tuttavia possiamo riflettere insieme su alcuni aspetti.
1) Inventare storie (“papà è partito per lavoro”), aspettare a comunicare la separazione in un secondo tempo, far finta di vivere insieme se non è vero. I figli per fidarsi dei genitori devono essere trattati con rispetto e dignità, sapendo la verità.
2) Accusarsi e litigare davanti ai figli. I bambini amano sia mamma che papà e se si trovano costretti a scegliere si sentono persi.
3) Informare i figli di situazioni spiacevoli riferite all’altro genitore (parole dette in un momento di rabbia, tradimenti, bugie, ecc.), mettendolo in cattiva luce. Essere portati a schierarsi con un genitore o conoscere fatti “da grandi” è doloroso per i figli, meglio evitarlo accuratamente.
4) Parlare male dell’altro genitore. Cerchiamo di evitarlo con tutte le nostre forze: equivale a parlare male di noi stessi e di tutti gli adulti, e toglie fiducia.
5) Abbandonare la casa all’improvviso senza salutare, ad esempio dopo un litigio. I figli possono sprofondare nell’angoscia e sentirsi colpevoli.
6) Non riuscire a creare una routine, facendo in modo che i bimbi stiano senza regole un po’ con un genitore e un po’ con l’altro. I figli hanno necessità di identificare una abitazione prevalente e di sentirsi “a casa”.
7) Dare le notizie sulla separazione di sfuggita o minimizzando. I figli hanno bisogno di tempo per elaborare le notizie e fare domande, e comunque la separazione impatta sulle loro vite. Evitiamo anche di darne notizia la sera perchè i bambini (e anche noi adulti) hanno bisogno di calmarsi prima di andare a dormire.
8) Presentare subito i nuovi partner o iniziare subito una nuova convivenza. I figli si adattano ai cambiamenti, ma è preferibile che avvengano uno alla volta.
9) Illustrare la separazione come un vantaggio (“Pensa che bello, avrai due case” ). I figli hanno bisogno di adattarsi sperimentando prima le emozioni negative. Gli eventuali vantaggi li troveranno certamente da soli.
10) Non chiedere come stanno, non rispondere alle loro domande, non ascoltare le loro proteste, dare per scontato che i figli non debbano risentire della separazione. Per loro è comunque un cambiamento importante a cui adattarsi, anche se avviene in modo sereno. Se potessero scegliere, terrebbero mamma e papà vicini. Gli si sta chiedendo molto.

In caso di separazione o di divorzio, è possibile richiedere una consulenza psicologica per affrontare nel migliore dei modi questo momento, al fine di tutelare il benessere dei figli, sottoponendoli meno possibile a pressioni affinché essi elaborino la situazione e il cambiamento mantenendo equilibrio e stabilità emotiva.

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Dottoressa Luisa Morassi
Psicologa Psicoterapeuta PhD

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