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Psicologa Psicoterapeuta brian

COS’È IL DBR E COME AGISCE

 

Il DBR (Deep Brain Reorienting) è una modalità psicoterapeutica innovativa, fondata sulle neuroscienze ed elaborata da Frank Corrigan, psichiatra e neuroscienziato di fama internazionale. Portato in Italia nel 2019 dal Progetto Evoluzione Psicologica si differenzia dagli altri modelli poiché agisce sui precursori dell’attivazione traumatica e non sulle riattivazioni successive.

In particolare lavora direttamente su tensioni implicite che precedono l’attivazione del circuito traumatico e sulle radici più profonde del trauma, al di sotto del livello ippocampale e amigdaloideo, ovvero entrando nel nucleo archiviato dell’esperienza a livello mesencefalico.

Questo metodo mira a ripristinare il naturale processo di guarigione della mente, liberando la tensione emotiva bloccata dagli shock subiti durante un trauma, riorientando l’attività cerebrale dagli stimoli che hanno generato il trauma stesso o che lo mantengono nel tempo.

 

LA MINACCIA DEL TRAUMA EMOTIVO

 

Quando nella vita si presenta una minaccia, il cervello viene attivato in una sequenza che procede dall’attenzione verso la minaccia stessa, alla tensione fisica che la persona vive (soprattutto testa, viso e collo), agli affetti esperiti (paura, rabbia, vergogna, colpa). Ciò viene accompagnato da cambiamenti a livello viscerale e di respiro nonchè dalla risposta, che può essere attiva (attacco, fuga o congelamento) o passiva (collasso). Si arriva poi alla ricerca di sicurezza (vicinanza di una persona o di un luogo sicuri).

In questa sequenza, in seguito a un trauma, possono intervenire dei momenti di orrore molto veloci (shock) sia prima della comparsa dell’affetto (sistema di allarme innato) che subito dopo (emozione soverchiante, stato dissociativo, sensazione di abbandono/panico).

L’attività di questi stati di shock può purtroppo essere persistente e venire innescata anche a distanza di anni, in quanto riguarda principalmente traumi improvvisi nelle relazioni di attaccamento, anche se può accadere anche con altre esperienze traumatiche.

Il terapeuta accompagna il paziente a ripercorrere lentamente la sequenza con attenzione sostenuta e profondamente localizzata sulle sensazioni corporee ancora cariche affettivamente, e a liberare mediante la tecnica DBR il naturale processo di guarigione che si era bloccato.

L’esperienza clinica dimostra che il vantaggio di questa tecnica è quello di raggiungere un processamento a livelli cerebrali profondi, lavorando nella dimesione del mesencefalo, e potendo toccare alla base la sofferenza di differenti parti del sè, per esempio il dolore della solitudine.

 

COSA DIFFERENZIA IL DBR DALLE ALTRE TECNICHE

 

È noto che l’effetto del trauma si manifesta anche attraverso un anomalo consolidamento della memoria a livello ippocampale. Quest’area è infatti responsabile del consolidamento delle memorie a lungo termine con un meccanismo neuronale, ovvero attraverso un processo di potenziamento che ha come mediatore il glutammato, un neurotrasmettitore delle cellule nervose. Alcune delle afferenze all’ippocampo provengono dalla corteccia (ad esempio immagini e percezioni uditive) e altre dall’amigdala (attivazioni emotive). Quando le attivazioni glutammatergiche provenienti dall’amigdala sono eccessive, come nel caso di eventi traumatici, la traccia di memoria ippocampale tenderà a consolidarsi in modo anomalo (ad esempio registrando in modo parziale e frammentato) generando in molti casi sintomi intrusivi come ad esempio flashback, incubi, sensazioni somatiche spiacevoli. Attualmente esistono tecniche specifiche di rielaborazione del trauma che possono ridurre l’attività dell’amigdala associata a quelle tracce corticali, generando una ritrascrizione ippocampale della traccia di memoria (ad esempio con il metodo EMDR). 

Nel riportare alla mente l’evento traumatico non sarà più presente il vissuto emotivo disturbante che invece era presente prima dell’elaborazione. In alcuni casi le tracce somatosensoriali rimangono bloccate ad un livello diverso dall’amigdala, ossia nel mesencefalo, e in questo caso può venire in aiuto il DBR.

Nel DBR il riorientamento è un cambiamento di prospettiva basato sull’integrazione somato-sensoriale a livello del mesencefalo, per questo si può dire che raggiunge lil nucleo centrale della sofferenza della persona.

 

QUANDO SI UTILIZZA

 

Può essere interessante prendere in considerazione questo tipo di trattamento quando il disturbo, trattato con altre tecniche, non si va alleggerendo, oppure quando i ricordi traumatici, anche se distanti anni, restano ancora in grado di produrre sintomi impattanti sulla vita della persona.

Va ricordato che ogni metodologia terapeutica viene pensata e selezionata per ciascun paziente; il terapeuta esperto, infatti, valuta le problematiche in atto e stabilisce quali tecniche utilizzare, al fine di ottenere il miglior risultato in termini di benessere psicofisico della persona.

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Dottoressa Luisa Morassi
Psicologa Psicoterapeuta PhD

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